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Castello di Pandino

A circa 45 minuti di macchina da Milano si trova il castello di Pandino, castello del 1350 situato nella provincia cremasca. E’ lì che mi dirigo per la gita fuoriporta del weekend.

Domenica mattina, il cielo grigio milanese e la voglia di evadere, è così che mi metto in viaggio una domenica mattina di gennaio.

Lentamente lascio la metropoli milanese per immergermi nella campagna cremasca e in meno di un’ora arrivo a destinazione.

Storia del Castello

Il castello di Pandino venne costruito intorno al 1350 per ordine di Bernabò Visconti, il quale scelse Pandino per costruirvi una residenza di caccia.

Castello di Pandino
Esterno Castello di Pandino

La struttura ha pianta quadrata con quattro torri quadrate angolari.

Nel ‘300 venne interamente decorato sia esternamente che internamente.

Ad oggi sono presente le decorazioni originali, trovarsi davanti a decorazioni del 1350 fa davvero un certo effetto.

Visita al Castello

Per visitare il castello di Pandino occorre prenotare una visita con un anticipo di almeno 24 ore chiamando il seguente numero 3387291650 o scrivendo alla seguente mail [email protected], la prenotazione dovrà essere confermata dalla guida e, solitamente, viene confermata al raggiungimento di un minimo di partecipanti.

Il ritrovo sarà davanti all’ingresso dell’ufficio del turismo e si comincerà il giro all’esterno per poi passare ad ammirare le sale interne del castello.

La visita durerà all’incirca 45 minuti /1 oretta ma il tempo scorrerà talmente velocemente che sembrerà che siano solo trascorsi 5 minuti.

Visitando il castello mi sono ritrovata ad immaginare a come doveva essere questo castello nel 1350, interamente decorato, doveva sicuramente essere un’esplosione di colori.

Di particolare rilievo è l’affresco di Sant’Antonio Abate che si mostra timidamente sotto ai portici.

Castello di Pandino
Affreschi

Devo dire che tutte queste decorazioni mi hanno davvero colpita, soprattutto per lo stato di conservazione che, tutto sommato, ritengo abbastanza buono. Spero vivamente che la ristrutturazione restituisca colore e magnificenza ad un castello che ha molto da offrire sia in termini di bellezza che di storia.

Cosa vedere a Pandino

Oltre al castello, degne di nota sono alcune chiese situate nel paese.

Dirigendomi verso il centro del paese subito incontro la chiesa di Santa Marta, una piccola chiesa che a prima vista passa quasi inosservata ma dentro presenta degli affreschi notevoli. Poco più avanti si trova la Chiesa di Santa Margherita dall’imponente facciata neoclassica, purtroppo l’ho trovata molto buia quindi non sono riuscita ad apprezzarla appieno.

Dove andare a pranzo?

Pandino non ha molto da offrire in termini di ristorazione infatti io ho scelto di spostarmi nella frazione vicina, Gradella, e di gustarmi un ottimo pranzo cremasco.

Ho scelto per pranzo il ristorante “L’Osteria degli amici”, cucina tipica lombarda e i favolosi tortelli cremaschi. Il link con la mia esperienza lo trovate qui.

Cosa vedere a Gradella

Gradella è un borgo rurale facente parte del comune di Pandino, si arriva con un breve tratto di strada provinciale (5 minuti circa).

Secondo una leggenda, il nome di Gradella deriverebbe da quello di Graziella, una principessa che anticamente regnava su queste terre, rapita da un drago e poi salvata da un valoroso cavaliere. Tale leggenda non ha fondamenta storiche, ma affonda le sue radici nell’antico aspetto di questa zona, allora caratterizzata da boschi, mentre il drago è ricollegabile al leggendario mostro del Lago Gerundo.

Un viale contornato da rigogliosi alberi fa da ingresso al paese, vi troverete subito catapultati in altri tempi.

Graziosissime le casette colorate di rosso e giallo che riescono ad illuminare anche il giorno più uggioso.

In centro al paese sorge la chiesa del paese costruita a partire dal 1895 e dedicata alla Santissima Trinità e a San Bassiano, purtroppo io l’ho trovata chiusa e non ho potuto visitarla internamente.

Cammino senza meta tra case colorate e corti comunicanti per arrivare fino al fontanile.

I fontanili sono degli scavi praticati in terreni atti a fornire prese d’acqua per lo più utilizzati a scopi di irrigazione.

Cammino a fianco dei fontanili e ad un viale alberato per arrivare al lazzaretto, luogo simbolo durante la peste del 1630, oggi lì sorge una piccola cappella.

All’ingresso del paese scorgo una graziosa villa chiamata “Villa Maggi” di impianto secentesco e rimaneggiata nel corso dei secoli.

La facciata è costituita da due ordini, e divisa in sei specchi da alte lesene.

Il territorio cremasco mi ha stupito: la pace, la natura, il cibo e le bellezze architettoniche mi spingono a ritornare in queste zone alla ricerca di nuovi spunti.

Per ulteriori informazioni:

Turismo Crema

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